Lecce: Lavoro-Allenamento

Sempre più orientato verso l'altra parte dello sport, quella che viene vissuta allo scuro, magari dietro un portatile, un tablet o un telefonino di ultima generazione.
Un lavoro che spesso di porta a viaggiare, spostarti ed essere vicino a chi segui.
Ho sempre creduto che un preparatore fisico, un tecnico, deve essere prima di tutto un amico, un confidente dell'atleta.
Sempre con la giusta dimensione e distacco, senza troppo dare ma  indubbiamente senza nulla togliere all'atleta.
L'atleta, professionista o amatore che sia, necessità sempre e comunque di stimoli, contatti e della presenza della persona a cui si affida. solo così è possibile dare ed ottenere il massimo da entrambi le parti.
E' un rapporto bidirezionale. Non deve esserci passività da parte dell'atleta. Non si deve subire l'allenamento, ma si deve capire, condividere e soprattutto trasmettere sensazioni ed emozioni. Solo così il percorso intrapreso può realizzarsi pienamente e dare maggiori soddisfazioni.

Quest'anno sarà la mia seconda esperienza diretta sul campo nel seguire un atleta.
Sarà l'occasione per volare oltreoceano, in Texas, e provare assieme a raggiungere quell'obiettivo che ogni triatleta di lunga distanza, volontariamente o meno sogna: KONA.

Per questo si sta lavorando sodo da novembre ormai, con due incontri di valutazioni e con allenamenti continui monitorati ed opportunamente individualizzati e riadattati a seconda delle condizioni attuali del soggetto.
Occorre tenere conto di tutte le fonti  di stress: lavoro, famiglia, routine; ma anche dubbi, ansie e paure.

Dopo un'attenta riflessione ho pensato che fosse giunto il periodo di muoversi anticipatamente. Siamo nelle fasi finali della preparazione (gara 16 maggio). Due mesi esatti ed ora dobbiamo fare tutto al meglio, anzi si deve evitare di fare il peggio.
Mercoledì 11 marzo alle ore 11 ero in treno verso Lecce: 5 giorni di raduno con due atleti della zona che seguo, uno di questi appunto sarà il motivo del mio viaggio in Texas.

Sono stati giorni produttivi e di lavoro.
Giorni in cui ho avuto modo di capire le abitudini, le sensazioni, gli umori degli atleti.
Stando a stretto contatto si possono capire i pensieri, le modalità di svolgimento degli allenamenti, i luoghi in cui essi vengono svolti.
Lecce, come tutto il Salento, presenta un clima molto favorevole per allenarsi.
Un litorale ancora poco trafficato con la presenza costante di vento (fattore sia stressante ma si sicuramente allenante). Lunghi tratti do ve poter fare ritmo, allenare la posizione e simulare determinati percorsi gara.
Spostandosi di poco si ha la possibilità di addentrarsi e cercare salite da affrontare in bici.

Da giovedì a domenica mattina abbiamo svolto 4 giorni di allenamento concentrati e ad alto impatto di volume ed intensità: i raduni servono an che a questo.
Abbiamo concentrato il tutto nel lavoro in bici e corsa, mettendo su un buon volume ed una discreta intensità.
Si è optato per questa formula poiché la gara obiettivo è l'Ironman,quindi una gara di lunga distanza dove la bici e la corsa sono gli elementi caratterizzanti ed a mio avviso maggiormente importanti da controllare ed ottimizzare per rendere al meglio.
Abbiamo avuto la possibilità di provare, testare e collaudare abitudini e strategie alimentari da adottare in gara.

Si è cercato di non lasciare nulla al caso, di perfezionare tutto e ridurre al minimo eventuali variabili negative.
Ho constatato personalmente il comportamento e i parametri fisiologici dell'atleta durante due allenamenti impegnativi del weekend:
 160km di bici e 6km di corsa al sabato
50km di bici e 30km di corsa la domenica.

Ci sono stati scontri e confronti anche duri ed aspri, ma l'allenatore serve a questo.
Serve a motivare ed essere accondiscente, ma soprattutto ad essere duro quando le cose non vanno, o meglio vanno migliorare.

L'esperienza si  è conclusa in maniera positiva con un viaggio di ritorno in treno di circa 5ore, dove ho avuto modo di pensare e capire che è giunto il momento di ottimizzare la mia figura e creare dei raduni mirati per gli atleti che seguo per meglio monitorare le loro abitudini e capacità

Commenti

andrea dugaro ha detto…
qualsiasi cosa in natura cresce grazie alle avversità del tempo
variabilità e avversità sono le costanti. e i presupposti per consolidare con efficacia le radici,
altrimenti sono solo castelli di neve al sole
stai facendo il tuo ruolo e bene!