ON Running - Cloudsurfer

Passata l'ondata Ironman di Maiorca, con tutti gli spunti ed i punti su cui lavorare, capire e migliorare per la stagione agonistica 2015, ho ripreso con molta calma e tranquillità gli allenamenti.
Tutto in maniera molto soft, senza ritmi e senza linee prefissate. Così sarà almeno fino a fine ottobre, poi inizierò con qualcosa di più concreto e finalizzato.

Proprio in questo periodo sto avendo modo di provare una nuova tipologia di scarpa.
Si tratta di un nuovo marchio, nativo in quel di Svizzera, dall'idea di Olivier Bernard, pluricampione di Duathlon e di Triathlon su distanza Ironman.


ON-Running


Già molto diffusa nell'ambito del triathlon, molto meno o quasi sconosciuta nel panorama podistico.
Scarpa che fuoriesce dagli schemi tradizionali e che richiama per alcuni aspetti la tanto ricercata corsa naturale.
Caratteristica di questa tipologia di scarpa è la presenza nel battistrada dei "Cloud". Si tratta di una sorta di nuvole che fungono contemporaneamente da sistema ammortizzante e sistema propulsivo, il tutto varia in base all'appoggio del piede e da come esso possa variare durante le diverse fasi della corsa.
Sostanzialmente la funzione di questi Cloud è quella di fornire un' ammortizzamento durante l'appoggio del piede, trattenendo quindi l'energia dell'impatto del piede al suolo, rilasciare l'energia. accumulata sotto forma di energia propulsiva ne momento in cui si ha la fase di spinta del piede.
Così facendo si limita al massimo in dissipamento di energia e si riproduce al meglio la trasformazione di energia che avviene nelle strutture tendinee muscolari: "STIFFENESS".

In aggiunta i Cloud forniscono un sistema di stabilità, adattandosi ai singoli movimenti del piede, fornendo così il miglior sostegno strutturale possibile.
Si realizza così una condizione nella quale il piede percepisce una situazione simile a quella "naturale", con la differenza che la presenza dei Cloud offre una maggiore comodità e confort all'impatto, senza però ostruire l'elasticità e la propulsione della cinematica del passo durante la corsa.

 
Nel mio caso sto avendo modo di provare il  modello Cloudsurfer, scarpa dal peso contenuto (260g), consiglia per delle velocità intermedie che variano tra i 4'-5'/km. Già qui si intuisce che la tipologia possa abbracciare una vasta area di atleti, sia come scarpa da allenamento che come scarpa da usare in gara.
Al primo impatto le sensazioni sono state molto contrastanti, sebbene personalmente sono abituato a correre con scarpe a ridotto drop. Ma qui appunto parliamo di una qualcosa di differente.
Iniziando con sedute di fondo lento da subito si è percepita la capacità della scarpa di sorreggere l'impatto più marcato, dovuto dal ritmo lento della falcata e dal maggior tempo di appoggio del piede al suolo. Avendo un appoggio abbastanza regolare non ho potuto apprezzare la capacità adattativa indotta dai Cloud. Provando allunghi, variazioni di ritmo ho apprezzato la reattività e la facilità con la quale la scarpa riesce ad accompagnarti ed assecondarti nella fase propulsiva.
La cosa che maggiormente mi ha stupito è la risposta che ho avuto negli allenamenti collinari. Non essendo uno specialista del sali-scendi, pecco in tecnica nella fase di discesa appoggiando molto la parte posteriore del piede. Qui la scarpa mi ha fornito un notevole supporto e mi ha dato l'impressione di ridurre al minimo il contrasto all'avanzamento indotto dalla mia "corsa frenata" in discesa.
Provata anche su brevi tratti sterrati e sconnessi, dove le caratteristiche dei Cloud sopra elencate si sono riprodotte pienamente, facendo si che l'appoggio risultasse sempre perfetto, limitando di conseguenze la possibilità di sovraccaricare in maniera anomale le caviglie.


Commenti

Andrea ha detto…
Ciao Alessio,rispetto a Newton come sono??

Andrea
Unknown ha detto…
Ciao Andrea,

rispetto a Newton danno una maggiore stabilità e soprattutto non ti portano propriamente ad andare con l'avampiede quindi sempre in spinta.
Sono due tecnologie differenti ma con finalità simili.
Andrea ha detto…
Grazie!!le proverò,anche se con Newton mi trovo da dio...