Baiju Khanchandani.
Venerdì 30 giugno, ore 19:30.
Che sia la volta buona. Sembra esserla stata ma non cantiamo vittoria presto.
L'Ironman 70.3 di Pescara mi ha visto spettatore e tecnico.
niente partecipazione attiva. sono stato nelle retrovie.
Non è stato gridato il mio nome durante la gara e l'arrivo; non ho consegnato la bici in zona cambio; non sono stato concentrato su ciò che fare... Sono stato però allenatore.
Fina da sabato mattina ero a Pescara.
Durante l'annata ho avuto la possibilità di collaborare con il gruppo Humangest e di coordinare gli allenamenti dei Team staffette e di alcuni atleti impegnati individualmente in gara.
Molti anche gli atleti che seguo.
Alcuni all'esordio, altri esperti, altri ancore veterani. tutti uniti dalle stesse ansie paure e voglia di fare bene divertendosi.
Seguire la gara da fuori può sembrare semplice ma non è così.
In veste di allenatore si vivono le stesse ansie e preoccupazioni dell'atleta.
Si valuta la frazione di nuoto e si cerca di capire com'è andata, come potrebbe proseguire la gara.
Si vedono i volti degli atleti all'uscita e già da li si capisce come potrebbe proseguire la gara.
In bici non c'è la possibilità di seguire gli atleti, ma i cronometri ci aiutano.
All'ingresso in t2 si vedono i tempi, annotati a mente o su un taccuino.
Con molti atleti c'è una perfetta simbiosi, ci si conosce perfettamente dal punto di vista sportivo e so bene quanto il tempo in bici possa essere stato ottimale o meno; si capisce anche da qui come proseguirà la corsa.
Si cerca di correggere eventuali partenze di corsa troppo in sordina. Si danno piccoli consigli.
Durante la corsa si valutano gli intertempi ad ogni giro, si monitorizzano i lap ed eventuali cali o progressioni di ritmo.
Difficilmente si strilla e si incita.
Il ruolo a volte è marginale ma c'è.
Ci siamo ma non si vede.
A fine gara non si è subito presenti a dire com'è andata, si poteva fare meglio o peggio.
L'atleta age Group ha bisogno di condividere con la famiglia ed amici tutte le emozioni e gioie della gara.
Difficilmente sono presente e mi rivolgo tempestivamente a loro: c'è bisogno di metabolizzare la gara e avere un quadro lucido su cosa è andato bene o male.
Il giorno dopo c'è la verifica, il riscontro e si capisce come impostare il futuro.
Questo è stato il mio ruolo a Pescara quest'anno.
Dispiaciuto nel non vestire i panni di atleta, ma la passione per l'allenamento mi ha comunque gratificato.
Sentire ragazzi felici e soddisfatti del lavoro svolo è la forza trainante per il futuro.
Anche questo è triathlon, anche questo è sport.
Venerdì 30 giugno, ore 19:30.
Che sia la volta buona. Sembra esserla stata ma non cantiamo vittoria presto.
L'Ironman 70.3 di Pescara mi ha visto spettatore e tecnico.
niente partecipazione attiva. sono stato nelle retrovie.
Non è stato gridato il mio nome durante la gara e l'arrivo; non ho consegnato la bici in zona cambio; non sono stato concentrato su ciò che fare... Sono stato però allenatore.
Fina da sabato mattina ero a Pescara.
Durante l'annata ho avuto la possibilità di collaborare con il gruppo Humangest e di coordinare gli allenamenti dei Team staffette e di alcuni atleti impegnati individualmente in gara.
Molti anche gli atleti che seguo.
Alcuni all'esordio, altri esperti, altri ancore veterani. tutti uniti dalle stesse ansie paure e voglia di fare bene divertendosi.
Seguire la gara da fuori può sembrare semplice ma non è così.
In veste di allenatore si vivono le stesse ansie e preoccupazioni dell'atleta.
Si valuta la frazione di nuoto e si cerca di capire com'è andata, come potrebbe proseguire la gara.
Si vedono i volti degli atleti all'uscita e già da li si capisce come potrebbe proseguire la gara.
In bici non c'è la possibilità di seguire gli atleti, ma i cronometri ci aiutano.
All'ingresso in t2 si vedono i tempi, annotati a mente o su un taccuino.
Con molti atleti c'è una perfetta simbiosi, ci si conosce perfettamente dal punto di vista sportivo e so bene quanto il tempo in bici possa essere stato ottimale o meno; si capisce anche da qui come proseguirà la corsa.
Si cerca di correggere eventuali partenze di corsa troppo in sordina. Si danno piccoli consigli.
Durante la corsa si valutano gli intertempi ad ogni giro, si monitorizzano i lap ed eventuali cali o progressioni di ritmo.
Difficilmente si strilla e si incita.
Il ruolo a volte è marginale ma c'è.
Ci siamo ma non si vede.
A fine gara non si è subito presenti a dire com'è andata, si poteva fare meglio o peggio.
L'atleta age Group ha bisogno di condividere con la famiglia ed amici tutte le emozioni e gioie della gara.
Difficilmente sono presente e mi rivolgo tempestivamente a loro: c'è bisogno di metabolizzare la gara e avere un quadro lucido su cosa è andato bene o male.
Il giorno dopo c'è la verifica, il riscontro e si capisce come impostare il futuro.
Questo è stato il mio ruolo a Pescara quest'anno.
Dispiaciuto nel non vestire i panni di atleta, ma la passione per l'allenamento mi ha comunque gratificato.
Sentire ragazzi felici e soddisfatti del lavoro svolo è la forza trainante per il futuro.
Anche questo è triathlon, anche questo è sport.
Commenti
Ben tornato Alessio!