L'importanza del gesto tecnico nella corsa è un punto fondamentale su cui lavorare e sul quale insistere ove vi siano carenze e/o limitazioni.
Purtroppo non sempre è così. In molti sono convinti che per correre bastino un paio di scarpette, un abbigliamento idoneo e tanta voglia e motivazione., allenamenti su allenamenti ed i miglioramenti arriveranno.
Purtroppo non è così, o meglio, questo non è completamente vero.
Nel momento in cui si inizia a correre, a seguire schemi, ritmi, tabelle; quando si attacca per la prima volta il pettorale, poi una seconda, quindi una terza e cosi via, i miglioramenti possono essere marcati e facili a venire.
Questo grazie al fatto che partiamo sa zero o quasi, quindi il margine di miglioramento organico è molto alto. Poi però si arriva ad un punto in cui i miglioramenti faticano a verificarsi, il tempo sembra ristagnare e non scendere di un secondo, le gambe sembra non vadano bene come qualche mese prima.
Cos'è successo?
Niente di strano ed anormale. Semplicemente i grandi miglioramenti precedentemente verificatisi, partendo da zero, hanno raggiunto il loro limite, quindi per superare un'ulteriore step occorre lavorare ancor più nel particolare. Sembra facile: aumento i km, aumento i ritmi, ripetute su ripetute ed il miglioramento non tarderà a venire.
E se il ristagno non fossa causato dalla componente organica?
In pochi infatti danno importanza alla tecnica di corsa, alle diverse fasi che avvengono durante il passo.
Troppo complicato, poca la motivazione, pochi i km che si percorrono in un allenamento di tecnica, ed ecco che si declassa questa componente fondamentale dell'allenamento.
Inserire semplice esercizi di pliometria, di propriocezione, andature, balzi, skip, corsa calciata...aiuta il sistema muscolo-scheletrico e neuromuscolare ad ottimizzare il gesto e la dinamica di corsa, favorendo un minor dispendio energetico ed una migliore resa della macchina umana.
Inserire durante la settimana un circuit trainig composto da andature, esercizi di pliometria ed allunghi potrebbe essere un'ottima soluzione.
Obiettivo prioritario è migliorare la Stiffness, l'elasticità tendinea che ci permette di sfruttare al meglio la fase di spinta, limitando al minimo il tempo di contatto del piede al suolo, riducendo conseguentemente l'azione frenante dell'impatto del tallone a terra.
Appoggiare la parte anteriore del piede, il cosiddetto mesopiede, ci permette di evitare il rallentamento e sfruttare al meglio la reattività della componente tendinea del tricipite della sura, favorendo una migliora avanzamento e soprattutto la prevenzione di traumi da impatto.
Purtroppo non sempre è così. In molti sono convinti che per correre bastino un paio di scarpette, un abbigliamento idoneo e tanta voglia e motivazione., allenamenti su allenamenti ed i miglioramenti arriveranno.
Purtroppo non è così, o meglio, questo non è completamente vero.
Nel momento in cui si inizia a correre, a seguire schemi, ritmi, tabelle; quando si attacca per la prima volta il pettorale, poi una seconda, quindi una terza e cosi via, i miglioramenti possono essere marcati e facili a venire.
Questo grazie al fatto che partiamo sa zero o quasi, quindi il margine di miglioramento organico è molto alto. Poi però si arriva ad un punto in cui i miglioramenti faticano a verificarsi, il tempo sembra ristagnare e non scendere di un secondo, le gambe sembra non vadano bene come qualche mese prima.
Cos'è successo?
Niente di strano ed anormale. Semplicemente i grandi miglioramenti precedentemente verificatisi, partendo da zero, hanno raggiunto il loro limite, quindi per superare un'ulteriore step occorre lavorare ancor più nel particolare. Sembra facile: aumento i km, aumento i ritmi, ripetute su ripetute ed il miglioramento non tarderà a venire.
E se il ristagno non fossa causato dalla componente organica?
In pochi infatti danno importanza alla tecnica di corsa, alle diverse fasi che avvengono durante il passo.
Troppo complicato, poca la motivazione, pochi i km che si percorrono in un allenamento di tecnica, ed ecco che si declassa questa componente fondamentale dell'allenamento.
Inserire semplice esercizi di pliometria, di propriocezione, andature, balzi, skip, corsa calciata...aiuta il sistema muscolo-scheletrico e neuromuscolare ad ottimizzare il gesto e la dinamica di corsa, favorendo un minor dispendio energetico ed una migliore resa della macchina umana.
Inserire durante la settimana un circuit trainig composto da andature, esercizi di pliometria ed allunghi potrebbe essere un'ottima soluzione.
Obiettivo prioritario è migliorare la Stiffness, l'elasticità tendinea che ci permette di sfruttare al meglio la fase di spinta, limitando al minimo il tempo di contatto del piede al suolo, riducendo conseguentemente l'azione frenante dell'impatto del tallone a terra.
Appoggiare la parte anteriore del piede, il cosiddetto mesopiede, ci permette di evitare il rallentamento e sfruttare al meglio la reattività della componente tendinea del tricipite della sura, favorendo una migliora avanzamento e soprattutto la prevenzione di traumi da impatto.
Commenti
mi sono accorto ultimamente cosa vuol dire una tecnica buona.. fatica dimezzata e resa migliore..!