Firenze Marathon 2014

Capitano quei giorni, quei periodi in cui la voglia di fare fatica o meglio di gareggiare venga meno.
L'Ironman di Maiorca è passato ormai da 2 mesi e la vena agonistica ancora non torna ai soliti livelli.
L'evento sportivo però suscita in me sempre un grande fascino, ed anche se non da protagonista in gara, decido di essere presente e godermi una giornata di sport.
La presenza, il giorno della gara, di atleti che seguo fa il resto e mi convince a partire.
La compagnia è davvero buona, di quelle che non ti faranno annoiare sicuramente. Così sabato 29 alle 9:25 prendiamo il treno: direzione Firenze.

Porto con me scarpe, pantaloncini e maglietta, l'idea di correre ed accompagnare Saretta nella seconda mezza si concretizza (almeno credevo).

Il viaggio scorre velocemente, tra una chiacchiera di sport, qualche consiglio e perché no anche del tempo per lavorare al pc (vista la mia assenza per 3 giorni).
Appena arrivati in stazione abbiamo come prima priorità quella di posare bagagli e dirigerci all'expo della Firenze Marathon per ritirare il pettorale di Gianni (io non ho nulla e ne approfitto per girovagare).
L'expo di un grande evento sportivo regala come sempre emozioni e piacevoli incontri.
Qualche atleta amico, qualche ragazzo che seguo, stand di marchi sportivi con i quali mi intrattengo e cerco collaborazioni per il futuro.
Ma qualcosa mi sfugge, in realtà non sono mai stato bravo in questo.
Qualcosa passa inosservato involontariamente e come se niente fosse, tra le centinaia di persone che affollano la struttura, io e Gianni ci facciamo strada e andiamo via: albergo-doccia-relax, per poi andare tranquillamente a cena ed a letto presto.

L'albergo è un B&B fuori città, molto bello e facile da raggiungere con i mezzi.
Zona tranquilla, fin troppo, ma bene così per chi deve gareggiare o comunque nona vere troppa confusione attorno, soprattutto il sabato sera prima di un grande evento.
Da sempre non sono stato amante della televisione, soprattutto in camera (negli anni in cui vivevo a Roma sarà stata accesa solo per vedere eventi sportivi), mentre qui c'è un bel televisore a muro, compreso di sky. Un letto ad una piazza e mezza sul quale posso distendermi, accendere il pc e mendare in sequenza random la mia playlist di mp3.

Sono li che penso e ascolto musica, stranamente non ho la pagina Facebook aperta, ma il telefonino mi segnale un messaggio privato.
Qualcosa cambia in 2 minuti, il tempo di andare sulla pagina, rispondere al messaggio (con il cellulare non sempre riesco ad effettuare operazioni del genere) e dentro di me cambia qualcosa, che in breve tempo mi fa decidere di non correre domani mattina tra gli atleti, ma di fare semplicemente da spettatore, da coach sul campo di gara e valutare da fuori qualunque cosa possa essere d'aiuto per migliorare le prestazioni (anche se il pensiero reale è un altro).

Ore 7 di domenica mattina.
Pantaloncini, maglietta, scarpette e Garmin: sono pronto per andare a correre prima di raggiungere la gara.
Fatico nei miei 18km, il passo non va, la sensazioni di fatica è molta e il respiro sempre più pesante. Strano, ieri sera pizza & acqua, a letto presto...boh non so. Breve sosta per un bisogno fisiologico e capisco cosa c'è che non va. Grondande di sudore, vedo la maglia zuppa e con essa i pantaloncini. LA percezione di umidità è forte ed suo tasso nell'aria la rende quasi satura.
Penso tra me e me " sarà davvero dura oggi per i ragazzi". Così sarà infatti, per molti.

ore 9:30 sono al 5°km pronto a vedere i passaggi, poi di nuovo al 15°, quindi al 36°-38°.
Valuto le facce dei ragazzi, constato i cali di ritmo e vedo la fatica nei loro volti. So bene cosa voglia dire correre in quelle situazioni climatiche. Il passo si fa sempre più pesante, il senso di spossatezza è alto, le energie vanno via con maggiore velocità. Non è facile gestire lo sforzo in tali condizioni, non è facile capire quando si è ben idratati, poco idratati o troppo, tutto può variare in un attimo e si rischia di non fare a tempo nel compensare perdite di liquidi ed il gioco è fatto.

Il finale di gara lascia l'amaro in bocca a qualcuno e la gioia ad altri.
La maratona è così, come tutte le gare o prestazioni di lunga distanza e durata. Sei preparato al meglio, allenato e pronto, hai fatto tutto bene....però quel giorno qualcosa non gira per il verso giusto, qualcosa non è come sempre, come quando ti alzi la mattina e nel tuo lungo di 36km sembra che hai energie infinite. In 2-3-4-5h di gara, tante e troppe sono le variabili che non puoi prevedere e che sono nascoste attimo dopo attimo. Bisogna accettarle, subirle e cercare di vincerle per arrivare li sotto il traguardo e appendere quella tanto desiderata medaglia al collo.
Li su quel rettilineo lungo 50-100m dove tutta la fatica, tutti i dolori e le sofferenze svaniscono, li dove sai che hai fato qualcosa di grande e che comunque sia andata ne è valsa la pena esserci.

Il dopo gara poi si sa, viene vissuto con una doppia faccia, contenta o triste a seconda dell'esito. Questo però non deve compromettere l'appagamento che c'è, la condivisione con gli amici, il festeggiare e soprattutto la voglia di continuare, di andare avanti verso nuovi stimoli e altri obiettivi.

Se un giorno è andato male, non vuol dire che sarà sempre così.



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